Incontro con Arno Stern – Chiasso 13 novembre 2013

IL CLOSLIEU, LUOGO DI SPERANZA

Abbiamo un dovere, che è quasi una missione: salvare i bambini da un mondo di adulti che li priva del gioco, della possibilità stessa di essere bambini, vittime di un sistema educativo che li alleva perché abbiano successo. Ce lo ha ricordato Arno Stern lo scorso 13 novembre durante un incontro organizzato a Chiasso dall’associazione Il Segno e Il Colore che ha permesso a un piccolo gruppo di persone appassionate dell’atto del tracciare uno scambio personale e diretto con il creatore del Closlieu.

Una dozzina di persone, futuri e “vecchi “ praticien, genitori di bambini del Closlieu, svizzeri, lombardi, romani, l’insegnante di scuola materna assetata di speranza, la professoressa affezionata ai suoi giovani sperduti tra i banchi di scuola, stanca ma ancora legata al suo ruolo: tutti hanno ascoltato e dibattuto le asserzioni di Stern sull’educazione, la scuola, la necessità di trovare risposte alla crisi di identità di chi lavora nel sistema scolastico, dove giovani e bambini sopravvivono nella generale mancanza di interesse, passività e indisciplina.

Presentando il film denuncia di Erwin Wagenhofer, Alphabet,- dove il Closlieu è l’unica esperienza “educativa a salvarsi- Stern parla di bambini “sterilizzati, immobilizzati”, catalogati e giudicati senza diritto da “educatori” che non credono più nel proprio ruolo. “Sottostare a un programma, un obbiettivo, non è umano: per il bambino c’è solo il gioco”.

Forti della convinzione dell’ importanza del Closlieu, l’unico luogo dove si manifesta la formulazione, cioè l’espressione della più profonda umanità d ognuno di noi, vale la pena secondo Stern provare a introdurre nelle scuole il Closlieu, per dimostrare che un’alternativa esiste:”Se riusciamo a fare entrare il gioco del dipingere nelle scuole, abbiamo vinto, perché il gioco è la cosa più importante per i bambini”.

“Stern ha parlato con noi commentando le nostre esperienze personali, ha ribadito la sua convinzione della necessità di un radicale cambiamento, non ha cambiato di certo il messaggio originale. ” afferma Miranda Magni che ha organizzato l’incontro, ”Quello che colpisce di questo uomo, ormai novantenne, è la forza che sa far giungere al suo pubblico, la sua pacata fiducia, nonostante che i nostri visi e i nostri corpi portino chiaro il peso del tempo passato ad aspettare la realizzazione del suo sogno.”

Regina Florio e Miranda Magni